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Può essere troppo veloce, questa vita. Tanto da scorrere davanti ai tuoi occhi di colpo. Da quando credevi a Peter Pan, ai primi, ultimi, indiscussi quasi-venti-anni. Tu credi ancora in Peter Pan, ma dall'altro lato lo senti. Quel maledetto numero due che ti rovinerà sicuramente la vita. Tuttavia, mentre sei così preso dall'apprezzare la possibilità di rifugiarti sull'Isola che non c'è a vita, avviene l'incredibile : ti fermi a pensare. E' di sfuggita, un colpo. Mentre lavori a una foto. Probabilmente è stato un colore, una linea o qualcos'altro. Qualcosa che c'è, ma che non riesci a cogliere. Non quando ti lasci dolcemente prendere da quel pensiero improvviso, richiamato da chissà dove, chissà come. Ti rendi conto, per brevi istanti, che stai crescendo. E insieme con te, tutto il resto del mondo. Eppure c'è chi non te lo fa pesare. Chi ti sveglia ogni mattina per andare a lavoro, ti sopporta alla stregua di una crisi di nervi e ti prepara quei risotti già pronti ma-checcefrega-a-noi-piacciono. Ovviamente non sono le uniche cose che fa. Dipendi praticamente da questa persona, e allo stesso modo cerchi di ripagarla, almeno in parte, per quello che non apprezzi, quasi mai. No, non sono una Wendy che canta le lodi alla madre, troppo stereotipate. Mia madre si lamenta, si lamenta e si lamenta. E non mi ha mai raccontato fiabe da bambina. Però è mia madre.
E io questa foto, la mia prima pseudo-polaroid-che-non-è-polaroid-ma-uno-stock, è dedicata a lei. Perchè l'ho fatta pensando a lei. Perchè lei vedeva da bambina questo stesso tramonto, questa stessa virtù, questo stesso paradiso. Perchè è così che voglio, attualmente.
E ora è meglio che vada a dormire, altrimenti domani perderò tempo a letto, in un eccesso di gattomania. E lei si lamenterà.

August, 07 1964.
My mother's birthday.
And it's for her.

For polaroid . [link]

spero vi piaccia, anche se mi sono cimentata al peggio

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Può essere troppo veloce, questa vita. Tanto da scorrere davanti ai tuoi occhi di colpo. Da quando credevi a Peter Pan, ai primi, ultimi, indiscussi quasi-venti-anni. Tu credi ancora in Peter Pan, ma dall'altro lato lo senti. Quel maledetto numero due che ti rovinerà sicuramente la vita. Tuttavia, mentre sei così preso dall'apprezzare la possibilità di rifugiarti sull'Isola che non c'è a vita, avviene l'incredibile : ti fermi a pensare. E' di sfuggita, un colpo. Mentre lavori a una foto. Probabilmente è stato un colore, una linea o qualcos'altro. Qualcosa che c'è, ma che non riesci a cogliere. Non quando ti lasci dolcemente prendere da quel pensiero improvviso, richiamato da chissà dove, chissà come. Ti rendi conto, per brevi istanti, che stai crescendo. E insieme con te, tutto il resto del mondo. Eppure c'è chi non te lo fa pesare. Chi ti sveglia ogni mattina per andare a lavoro, ti sopporta alla stregua di una crisi di nervi e ti prepara quei risotti già pronti ma-checcefrega-a-noi-piacciono. Ovviamente non sono le uniche cose che fa. Dipendi praticamente da questa persona, e allo stesso modo cerchi di ripagarla, almeno in parte, per quello che non apprezzi, quasi mai. No, non sono una Wendy che canta le lodi alla madre, troppo stereotipate. Mia madre si lamenta, si lamenta e si lamenta. E non mi ha mai raccontato fiabe da bambina. Però è mia madre.
E io questa foto, la mia prima pseudo-polaroid-che-non-è-polaroid-ma-uno-stock, è dedicata a lei. Perchè l'ho fatta pensando a lei. Perchè lei vedeva da bambina questo stesso tramonto, questa stessa virtù, questo stesso paradiso. Perchè è così che voglio, attualmente.
E ora è meglio che vada a dormire, altrimenti domani perderò tempo a letto, in un eccesso di gattomania. E lei si lamenterà.

August, 07 1964.
My mother's birthday.
And it's for her.

For polaroid . [link]

spero vi piaccia, anche se mi sono cimentata al peggio