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FritzVicari — Death of a Printer, Western Front, 1917 by-nc-sa

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Published: 2016-09-22 09:15:40 +0000 UTC; Views: 4839; Favourites: 44; Downloads: 6
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Description ENGLISH:

"But now, for the first time, I see you are a man like me. I thought of your hand-grenades, of your bayonet, of your rifle; now I see your wife and your face and our fellowship. Forgive me, comrade. We always see it too late. Why do they never tell us that you are poor devils like us, that your mothers are just as anxious as ours, and that we have the same fear of death, and the same dying and the same agony--Forgive me, comrade; how could you be my enemy?" 

Erich Maria Remarque, All Quiet on the Western Front

Another book I greatly enjoyed recently is one of if not the most famous novel about warfare, and surely the most well-known book about the First World War world-wide: All Quiet on the Western Front, by E.M. Remarque.
While most of you probably wouldn't need any sort of introduction, I'll still give you one. The book was written shortly after the war by Remarque, who experienced it as a reserve soldier in the German army. Although he never actually experienced frontline combat, the war scarred him nevertheless, as he was wounded by artillery and evacuated to a military hospital. The novel, written in first person, is about Paul, a german student that volounteered enthusiastically in 1914, and his fellow comrades. Set in the latest years of the war, when all dreams and hopes for glory are already vanished and when most of his friends were already been killed, the narration chronicles life in the trenches - and back home - in pretty grim and anti-heroic light. 

One of the most powerful moment in the book is when, for the first time, Paul kills a man hand-to-hand. Isolated in a shell-hole in the middle of no-man's-land during a night manouver, when a french soldier fall into the same shell-hole, Paul stabs him in the chest. Spending hours alone with the dying foe he vainly tries to save, Paul slowly comes to realize that the man he had killed was just a man like him, just wearing a different uniform...

His tunic is half open. The pocket-book is easy to find. But I hesitate to open it. In it is the book with his name. So long as I do not know his name perhaps I may still forget him, time will obliterate it, this picture. But his name, it is a nail that will be hammered into me and never come out again. It has the power to recall this for ever, it will always come back and stand before me.

Irresolutely I take the wallet in my hand. It slips out of my hand and falls open. Some pictures and letters drop out. I gather them up and want to put them back again, but the strain I am under, the uncertainty, the hunger, the danger, these hours with the dead man have made me desperate, I want to hasten the relief, to intensify and to end the torture, as one strikes an unendurably painful hand against the trunk of a tree, regardless of everything.

There are portraits of a woman and a little girl, small amateur photographs taken against an ivyclad wall. Along with them are letters. I take them out and try to read them. Most of it I do not understand, it is so hard to decipher and I scarcely know any French. But each word I translate pierces me like a shot in the chest;--like a stab in the chest. My brain is taxed beyond endurance.

But I realise this much, that I will never dare to write to these people as I intended. Impossible. I look at the portraits once more; they are clearly not rich people. I might send them money anonymously if I earn anything later on. I seize upon that, it is at least something to hold on to.

This dead man is bound up with my life, therefore I must do everything, promise everything in order to save myself; I swear blindly that I mean to live only for his sake and his family, with wet lips I try to placate him--and deep down in me lies the hope that I may buy myself off in this way and perhaps even get out of this; it is a little stratagem: if only I am allowed to escape, then I will see to it. So I open the book and read slowly:--Gèrard Duval, compositor. With the dead man's pencil I write the address on an envelope, then swiftly thrust everything back into his tunic.

I have killed the printer, Gèrard Duval. I must be a printer, I think confusedly, be a printer...  

ITALIANO:

"Soltanto ora vedo che sei un uomo come me. Allora pensai alle tue bombe a mano, alla tua baionetta, alle tue armi; ora vedo la tua donna, il tuo volto, e quanto ci somigliamo. Perdonami, compagno! Noi vediamo queste cose sempre troppo tardi. Perché non ci hanno mai detto che voi siete poveri cani al par di noi, che le vostre mamme sono in angoscia per voi, come per noi le nostre, e che abbiamo lo stesso terrore, e la stessa morte e lo stesso patire...Perdonami, compagno, come potevi tu essere mio nemico?" 

Erich Maria Remarque, Niente di nuovo sul fronte occidentale

Grande classico sulla Prima Guerra Mondiale e sulla guerra, pietra miliare della narrativa anti-bellica, "Niente di nuovo sul fronte occidentale" è probabilmente un libro noto, più o meno bene, a tutti. Forse vi sarà anche capitato di leggerlo, a scuola. In ogni caso, una breve premessa. "Niente di nuovo sul fronte occidentale" venne scritto da Remarque poco dopo la guerra. L'autore, pur non avendo mai combattuto in prima linea, aveva partecipato alla Prima Guerra Mondiale nell'esercito tedesco, come riserva. Nonostante questo, la guerra lo marchiò irrimediabilmente: venne anche ferito da una granata ed evacuato in un ospedale militare. Il romanzo, narrato in prima persona, racconta di Paul, giovane soldato tedesco, partito volontario nel 1914, appena il diploma. Ambientato negli ultimi anni della guerra, racconta con toni anti-eroici e cupi la vita quotidiana nelle trincee.

In uno dei momenti di più potenti, Paul, per la prima volta, uccide un uomo da vicino. Isolato in una buca di granata nella terra di nessuno, egli pugnala a morte un soldato francese che cade proprio nella stessa buca. Paul assiste il moribondo durante la sua lunga agonia, e col passare delle ore inizia lentamente a capire di aver ucciso non un nemico, ma un uomo come lui, con indosso un'altra uniforme...

La sua uniforme è ancora a metà aperta. Il portafogli si trova facilmente. Ma esito a mettervi le mani. C'è dentro il libretto personale. Finché non so il suo nome potrò forse ancora dimenticare, il tempo cancellerà la sua immagine. Ma il suo nome è un chiodo che si pianterà in me e non si potrà strappare mai più. E avrà il potere di rievocare ad ogni istante questa scena: tutto ritornerà e ricomparirà davanti a me.

Indeciso tengo in mano il portafogli. Mi sfugge dalle dita e si apre; ne cadono alcune fotografie, qualche lettera.
Raccatto ogni cosa e vorrei riporre tutto a suo luogo, ma la tensione in cui mi dibatto, l'incertezza della situazione, la fame, il pericolo, queste ore in compagnia del morto mi hanno reso disperato: voglio affrettare lo scioglimento, accrescere la tortura perché abbia fine, così come si sbatte una mano atrocemente dolorante contro un tronco d'albero, accada ciò che vuole.

Sono i ritratti di una donna e d'una bambina, piccole fotografie da dilettante, davanti a un muro vestito d'edera. Poi le lettere. Le traggo dalle buste e tento di leggerle. Capisco ben poco, son difficili da decifrare, e il mio francese è scarso. Ma ogni parola che riesco a intendere è come una fucilata, come una pugnalata nel petto. Sento che perdo la testa: ma una cosa comprendo bene, che a questa gente non dovrò mai scrivere, come pensavo di fare poc'anzi. E' impossibile. Guardo ancora una volta i due ritratti; non è gente ricca. Potrò mandare loro danaro, senza svelarmi, se un giorno guadagnerò qualcosa. M'aggrappo a questa idea, che è un piccolo punto fermo.

Questo morto è legato alla mia vita; perciò, se voglio salvarmi, devo fare tutto per lui, promettergli tutto; faccio voto, ciecamente, che vivrò d'ora innanzi soltanto per lui e per la sua famiglia, e continuo a parlargli con labbra umide, e nel mio profondo c'è la speranza che in questo modo io mi riscatti e possa forse uscir salvo di qui, e, più in fondo ancora, la piccola riserva mentale che dopo ci sarà tempo e si vedrà.
Perciò apro il libretto e leggo attentamente: Gèrard Duval, tipografo. Con la matita del morto trascrivo l'indirizzo su una busta e con improvvisa fretta ripongo tutto il resto nella sua giubba.

Io dunque ho ucciso il tipografo Gèrard Duval. Io devo diventar tipografo, penso tutto smarrito, devo diventar tipografo, tipografo...
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Comments: 17

Libra1010 [2016-10-26 13:07:31 +0000 UTC]

 Simply perfect as an evocation of the text and of the conflict that inspired it. 

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FritzVicari In reply to Libra1010 [2016-10-26 20:01:54 +0000 UTC]

Hey, thanks.

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Libra1010 In reply to FritzVicari [2017-01-11 17:13:19 +0000 UTC]

 Thank You very kindly for continuing to share your work! 

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JohnDrawer [2016-09-23 20:06:54 +0000 UTC]

Lessi quel brano tempo addietro e lo rileggo tutt'ora, ancora mi commuovo di fronte ad una descrizione così umana della guerra, dove il soldato viene visto oltre la sua parte per quello che in realtà è, un semplice civile della stessa barca che, fosse un tempo di pace, sarebbe un amico. Mi viene quasi da piangere per la riflessività di questo brano, e il suo messaggio vale molto di più di un messaggio sulla guerra: se Gerard Duval fosse una persona con cui litighiamo caldamente online, se fosse una persona che ci sta sulle palle anche se non la conosciamo? Si, anche lui potrebbe esserlo.

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Shasiel [2016-09-23 07:15:58 +0000 UTC]

One of the most sobering war stories around. Seeing this makes me want to watch both films again.

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FritzVicari In reply to Shasiel [2016-09-25 21:30:36 +0000 UTC]

Guess I'll have to rewatch them sometimes. Especially the 70s one, which I really don't remember much.

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Kellkrull87 [2016-09-22 17:39:19 +0000 UTC]

Seen that movie many times. 

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FritzVicari In reply to Kellkrull87 [2016-09-22 18:05:44 +0000 UTC]

Yeah. Which version? I prefer the one from the 30s.
But  quite a few time has passed since I last saw the movies.

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Kellkrull87 In reply to FritzVicari [2016-09-23 05:45:41 +0000 UTC]

Seen both versions. 

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grassa48 [2016-09-22 17:08:57 +0000 UTC]

This is one hell of a powerful piece of art. I also enjoyed your analysis of the scene.

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FritzVicari In reply to grassa48 [2016-09-22 18:03:07 +0000 UTC]

Thanks!

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Gozac1198 [2016-09-22 15:43:09 +0000 UTC]

Superb work, very moving !
And of course great choice of book !

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FritzVicari In reply to Gozac1198 [2016-09-22 16:18:41 +0000 UTC]

Thanks

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DocMallard [2016-09-22 10:44:53 +0000 UTC]

A powerful image, from a powerful story!


I recognized the source of this image immediately!

Great work!

-Doc

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FritzVicari In reply to DocMallard [2016-09-22 15:08:36 +0000 UTC]

Thanks!
Powerful story indeed, the ending almost made me cry, even if I remembered it from the first time I've read it eons ago.

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DocMallard In reply to FritzVicari [2016-09-22 21:53:59 +0000 UTC]

Two very good adaptations were made for the screen as well.

-Doc

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FritzVicari In reply to DocMallard [2016-09-23 00:17:18 +0000 UTC]

Yeah. I only remember the first of the two movies, it really was ahead of its time.
The second one, well...I don't remember it much of it, but surely Borgnine and his large belly weren't exactly fit for being Kat - or a WWI soldier, at all.

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